Il Maestro
Domenico Palombo attorno ai 15 anni inizia i suoi primi approcci con la pittura classica, avendo come riferimento Claudio di Lorena e i vedutisti italiani del ‘700. Cresce in una famiglia in cui si respira arte, con suo nonno pittore appartenente alla scuola napoletana e suo padre, pittore anch’esso, con il quale collabora nella decorazione e nel restauro di chiese.
Continua il suo percorso a Milano, dove comincia a cambiare prospettiva e si appassiona ai problemi sociali attraverso lo studio dei murales messicani (Orozco, Rivera, Siqueiros) e alla pittura degli espressionisti. Quindi decide di ritornare nel suo Molise per riprendere contatto con la sua terra. Con un gruppo di amici artisti fonda Il “Gruppo Solare”, legato alle tradizioni e alle nuove prospettive di emancipazione sociale. La passione per questa terra lo porta ad approfondire la storia secolare del Molise, dipingendo tra la gente per avvicinarla a questa forma di espressione artistica.
Negli anni ’70 del novecento decide di intraprendere nuove conoscenze e nuove spiritualità dell’arte. Si trasferisce in Australia e rimane impressionato dalla luce australiana unica al mondo e dagli impressionisti australiani, molto più puri e lontani dagli schemi classici europei e più vicini alla natura. In tutto questo comincia ad intravvedere la spiritualità degli aborigeni e inizia le sue sperimentazioni accanto al lavoro di restauratore di tele, cornici e oggetti sacri.
Dopo alcuni anni rientra in Italia, lavora tra Milano e Roma, continua a dipingere, partecipa a mostre ed espone in diverse gallerie. Grazie alla sua nuova compagna Rosanna si innamora del Cilento, terra meravigliosa piena di arte e storia e qui comincia una nuova fase con il Blu di Prussia, caffè letterario, ristorante, studio e scuola d’arte e di restauro. Riscuote grande successo, ma con la morte della sua compagna si interrompe questa esperienza di vita e d’arte.
Domenico Paolombo continua a percorrere strade artistiche che lo hanno aiutato in questo momento difficile, e decide dopo alcuni anni di rientrare in Australia, dove con Teresa inizia una nuova fase della sua vita artistica e sentimentale. Scopre definitivamente la spiritualità della più antica civiltà della terra, gli Aborigeni australiani ma non perde il legame con il Cilento dove trascorre buona parte dell’anno dedicandosi al restauro dei beni artistici delle chiese e continuando il suo percorso artistico attorno alla spiritualità.